C’è una spiegazione semplicissima dietro la scelta di questo nome.
Era forse il 2005 o poco più. Un noioso pomeriggio di pioggia, due chiacchere con un’amica: facciamo un blog.
Lei il suo, io il mio.
Volevo parlasse di luoghi e di ricette, di casa e di cose buone.
Non mi sentivo certo una cuoca o una maestra di alcunché.
Una signora cui è stato insegnato che ricevere ospiti deve essere soprattutto una questione di cuore, prima ancora che di forma, ciò che ero e che tutt’ora sono.
La famiglia dove sono nata ha sempre avuto il piacere di invitare persone, a colazione e a cena, cercando di soddisfare i loro gusti, assecondandone la gola e valorizzandone il desiderio di convivialità.
Menù non troppo articolati, un antipasto non troppo corposo, un buon primo e un secondo che mettesse d’accordo tutti. Per finire un dolce al cucchiaio, che considero sempre la scelta migliore.

Questi erano i canoni di casa; li ho fatti miei, aggiungendo o modificando quel poco per rendere sempre attuale un bell’invito.
Poche le regole, secondo quanto faccio per i miei inviti: informarmi su cibi non graditi o vietati per ragioni di salute, stabilire con precisione il numero degli invitati (qui dipende dal tipo di invito e dalla casa che avete), mescolare gli invitati (vietato invitare solo persone col medesimo lavoro, diventerebbe un congresso noiosissimo), ma che abbiano tutti un elemento in comune.
Non è affatto difficile, sta alla padrona e (se c’è) al padrone di casa, immaginare chi tra le persone conosciute possa sedere al medesimo tavolo.
Ciò che accomunerà i vostri convitati può essere anche il solo piacere di sedersi alla vostra tavola.
E se non esiste un padrone di casa, non cambia nulla, evitate di essere la sola (s)coppiata, un caro amico o una amica saranno perfetti.
Capire se l’invito è stato un successo è immediato: quando durante il pasto la conversazione non ha cadute e le chiacchiere rimbalzano da un commensale all’altro, la cena – o la colazione – è stata un successo.
Infiniti sono i motivi che ci spingono ad emanare inviti: dalle ricorrenze alle festività, dal desiderio di ritrovarsi al piacere di far incontrare le persone tra loro.
L’importante è evitare, a meno che non si voglia azzardare un ring, persone che platealmente si detestano o che siano portate ad accendersi facilmente.
Qualunque sia il motivo, ricordiamoci che, da secoli, le più importanti decisioni commerciali, economiche, strategiche, politiche e militari, i migliori accordi in ogni campo sono stati presi con un piatto davanti, impugnando delle posate.
Del resto, da cosa inizia da sempre una relazione? Da un invito a merenda, per un panino o a cena. In fondo cambia l’età ma non l’incantesimo…
