A ERBA (CO) DAL 3 AL 6 MARZO LA 22° EDIZIONE DI RISTOREXPO

LARDO AI GIOVANI può sembrare un semplice gioco di parole ma racchiude in estrema sintesi il filo conduttore dell’edizione 2019 del salone dedicato ai professionisti del fuori casa.

Giovanni Ciceri lo espone molto chiaramente: ”I giovani sono il flusso dell’economia vincente.Il mondo dell’enogastronomia arriva al 2019 con una grande incognita riguardo al futuro: mentre la cucina diventa sempre più un’arte, i risultati importanti stentano ad arrivare.Continua a delinearsi una non tendenza di pensiero che, di conseguenza, genera l’esigenza di reperire nuove idee.La novità non esiste; si assiste ad un remake di vecchi clichè proposti in modo diverso e composti tra loro. Questa lunga premessa per dire che la vera nouvelle vague può venire solo dai giovani a cui è fondamentale infondere nuovo coraggio e fornire gli strumenti culturali, tecnici e spirituali per affrontare questo storico passaggio.Quindi, spazio alle nuove generazioni; lasciamo che siano loro a scegliere la strada da percorrere. A chi ha maggiore esperienza, il compito di mettere a disposizione i convincimenti e le poche certezze, senza le quali non è possibile proseguire. Da qui la concretezza e la brutalità del lardo, per indicare non solo il passato e la tradizione ma anche per sottolineare la sostanza e le basi solide su cui fondare la rinascita del pensiero enogastronomico”.

Con questa nuova edizione ricchissima di appuntamenti,  Ristorexpo si conferma non solo esposizione e mercato ma momento culturale, di incontri e confronti.  Anche Giacomo Moioli  sottolinea l’importanza della manifestazione come incubatore di idee e di verifica delle stesse, dove l’interazione e la visione complessiva devono rendere eccezionale la semplicità. Non più solo comunicazione attraverso lo storytelling ma racconto di ciò che si sa fare davvero, in concretezza.

Sempre importante all’interno di Ristorexpo  il percorso degli istituti alberghieri, la Young Cup offre quest’anno un’esperienza decisamente impegnativa, ma soprattutto un’occasione di confronto fra il mondo della scuola e quello dell’impresa. La sfida, che coinvolge gli studenti di cucina, sala e bar, simula una giornata tipo all’interno di un ristorante: studio e preparazione del menù, organizzazione della sala, servizio ai tavoli, ideazione e realizzazione di due cocktail nell’area bar. A valutare i ragazzi nelle diverse attività, una commissione composta da qualificati professionisti che abitualmente presiedono concorsi internazionali di cucina e una giuria popolare, espressione del mercato della domanda.

Per complicare ulteriormente la sfida, ogni squadra è chiamata ad elaborare un progetto per il lancio di una nuova impresa nel settore della ristorazione. Anche questo è un compito difficile, considerata la giovane età dei ragazzi e le alte aspettative di una commissione valutatrice composta da imprenditori, referenti del sistema istituzionale ed associativo che prenderanno in considerazione elementi quali la sostenibilità economica e tecnica, la completezza delle informazioni e la qualità della presentazione.

I numeri di questa edizione: 200 espositori, circa 350 marchi rappresentati, 100 cantine con oltre 300 etichette. Info e programma su www.ristorexpo.com

 

 

 

Rosexpo punta all’estero: la quinta edizione della rassegna dei rosati a Lecce

Cosa manca al vino italiano per conquistare poderosamente i mercati internazionali? Esiste una cabina di regia nazionale per la promozione del sistema enologico all’estero? Oppure si lascia tutto alla capacità delle singole aziende e dei consorzi troppo spesso avviluppati nelle pieghe di pratiche amministrative talvolta scoraggianti? Nell’anno di grazia dell’export del vino italiano, che vede il Bel Paese come detentore di un quinto di tutte le esportazioni mondiali del settore, con un fatturato 2017 cresciuto del 2,7% raggiungendo 11,3 miliardi di euro di quota (fonte Industry Book Unicredit), ecco che l’edizione numero 5 di Roséxpo, il salone internazionale dei vini rosati, promosso a Lecce da deGusto Salento, l’associazione dei produttori del Negroamaro, punta l’obiettivo proprio oltreoceano e prova a dare delle risposte concrete a tutte queste domande.

Un’edizione che già nei numeri segna un successo: 264 etichette, 177 aziende, 5 consorzi, 7 grandi distributori, 14 regioni italiane coinvolte, 31 etichette straniere che coprono il globo dalla Francia alla Slovenia, da Israele al Libano e ancora Georgia e Portogallo; quattro seminari con focus su quattro assi portanti della proposta dei rosati, ovvero Champagne, Provenza, Trentodoc e Lambrusco.

«Perché parlare ancora di rosati? Perché in questo momento il trend di vendite è in crescita – racconta Ilaria Donateo, presidente di deGusto Salento e direttore di Roséxpo – Negli Stati Uniti, secondo un’indagine della Nielsen, ad aprile dello scorso anno quella dei rosati è stata tra le categorie di vini più attrattive e accattivanti   segnando un +53% nelle vendite superando, di fatto, la vendita dei vini fermi.  Anche in Italia c’è un fermento in al senso. Fino a qualche anno erano le donne a preferire i vini rosati, oggi, invece, è una passione trasversale».

L’apertura dei lavori è prevista per sabato 23 giugno alle 16,30con un confronto sul tema “Il vino rosato visto oltreoceano”, al quale prenderanno parte Steve KimJean Marc Ducasse,ideatore di Pink rosè festival, Ylenia Lucaselli, nella sua veste di Global advisor della Southern Glazer’s Wine and Spirits, con sede a Miami e in Texas, Claudia Bondi, esperta di comunicazione, e la giornalista Laura Donadoni. Interverranno anche i delegati dei consorzi di Tutela di Bardolino, Valtènesi, Vini d’Abruzzo, Castel del Monte e Salice Salentino, quello del Trentodoc e ospiti autorevoli per l’apertura di una discussione che possa diventare strumento di lavoro per chi, da oggi in poi, voglia individuare le linee guida per le aziende affinchè possano sviluppare maggiore appeal sui mercati internazionali. Il taglio del nastro è affidato, non casualmente, alla donna che per conto di Vinitaly è chiamata a scandagliare ogni angolo commerciabile del pianeta, ovvero Steve Kim, managing director di Vinitaly International.

MASTERCLASSS. Quattro i seminari previsti per l’edizione numero 5 del salone internazionale dei vini rosati. Nelle sale del Castello Carlo V di Lecce protagonisti della prima giornata saranno gli champagne in un seminario condotto da Francesco Muci, responsabile per la regione Puglia della guida Slow Wine, in cui per gli appassionati sarà possibile degustare le grandi maison dello champagne, da Veuve ClicquotLouis Roderer, da Laurent PerrierJean Gossetper chiudere con Vranken Demoiselle, tuti rigorosamente declinati nella versione rosè. A seguire, e con il supporto sia nella tecnica sia nella narrazione del professor Giuseppe Baldassarre, consigliere nazionale AIS, e di Jean Marc Ducasse, l’asse si sposterà sui rosati francesi made in Provenza. La seconda giornata dei lavori focalizza l’attenzione sull’Italia, con un focus sul Trentodoce sui rosati di montagna delle Dolomiti con un viaggio tra diverse aziende blasonate con la cui storia spesso si intrecciano le vicende italiane. Infine per concludere l’esperienza sui rosati sarà Maura Gigatti, miglior sommelier del Lambrusco 2016, a condurre un seminario su un vitigno non sempre valorizzato, ma che nella sua versione rosè riesce ad esprimersi con punte di altissimo interesse.

 #OGGIROSE’. Il primo venerdì dell’estate è rosa. I consorzi di tutela del Chiaretto di Bardolino, Valtènesi, Cerasuolo d’Abruzzo, Castel del Monte e Salice Salentino, in collaborazione con deGusto Salento, a margine della firma del Patto d’Intenti per la valorizzazione del vino rosato autoctono italiano, presentano #oggirosé. Venerdì 22 giugno 2018 l’Italia si colorerà di rosa con una serie di aperitivi, cene e degustazioni che vedranno coinvolte cantine, enoteche, wine bar e ristoranti di tutta la penisola. Info: https://oggirose.it/ L’iniziativa che precederà Roséxpo a Lecce è stata studiata con il Consorzio del Salice Salentino. Cinque wine bar, ovvero Mastro, Caffè Anfiteatro, Doppio 0, Crianza. Mamma Elvira, all’esterno delle loro attività avranno una postazione con somministrazione di vini Rosati sia del Consorzio del Salice (4 etichette a marchio DOC ) sia delle aziende di deGusto.

 

 

I PROFESSIONISTI DEL MONDO DEL VINO A BERGAMO, VINO EN PRIMEUR

L’Azienda Agricola Le Corne di Grumello del Monte ha ospitato la quarta edizione di ‘Bergamo, vino en primeur’una manifestazione nata dalla voglia di un gruppo di produttori vinicoli bergamaschi di mettersi in gioco e confrontarsi con un pubblico di settore.

L’evento, solo su invito e con accredito, ha visto la partecipazione di tutti quei professionisti legati al mondo del vino: distributori, buyer, ristoratori, titolari di enoteche, sommelier e degustatori, giudici di concorsi internazionali e stampa specializzata.  Il focus era il vino: la degustazione en primeur, nata in Francia, consiste nell’assaggiare il prodotto dell’ultima vendemmia per comprendere e valutare il vino che verrà. Senza dubbio un taglio tecnico e, al tempo stesso, didattico; utile per iniziare a capire l’evoluzione del vino, importante per avere indicazioni sul lungo percorso da fare prima di arrivare all’imbottigliamento e alla commercializzazione. Dodici aziende, Caminella-Le Corne-La Collina-Tenuta Castello di Grumello-Tenuta Le Mojole-La Rocchetta-Valba-Pecis-Tenuta Casa Virginia-Tosca-Eligio Magri e Sant’Egidio, come per le passate edizioni, dodici terreni ed esposizioni differenti a rappresentare quella magnifica fascia collinare che va dall’Adda all’Oglio. Una terra, quella della provincia di Bergamo, che non produce solo il classico taglio bordolese: ottimi i vini bianchi frutto di vari vitigni, gli spumanti, i vitigni autoctoni come il Franconia o la Merera in purezza di cui l’unico produttore è la Tenuta Castello di Grumello col suo Brolo dei Guelfi.

Come per le passate edizioni, una personalità del mondo del vino ha introdotto la degustazione: il prof. Luigi Moio, uno dei massimi esperti di Enologia, ordinario all’Università di Napoli e autore del bellissimo volume Il Respiro del Vino. Il prof. Moio ha posto l’accento sull’importanza del 45 parallelo, al nord e al sud del quale nascono i più grandi vini, bianchi e rossi: è il parallelo che attraversa anche l’area vinicola della provincia di Bergamo, non solo la regione di Bordeaux.  L’importanza di scegliere quale modello di vino fare (ricordiamo che nella zona bergamasca i vitigni internazionali più presenti sono il Cabernet Sauvignon e il Merlot), la capacità di capire il territorio, come piantare, come equilibrare due varietà così diverse dal punto di vista delle molecole: ogni aspetto è importante e fondamentale per produrre un ottimo vino. Evidenziare e far riconoscere l’identità di un vino per rendere immediatamente distinguibile un territorio è la chiave per diffondere le aree vitivinicole meno note ma non meno interessanti. I giornalisti e i professionisti di settore invitati ad incontrare i produttori hanno piacevolmente scoperto e riscoperto una fascia collinare, a due passi da Milano, ricca di proposte, di storia e bella da vivere, dove la qualità della produzione è in continua crescita.

Il vino affascina, coinvolge e il territorio di Bergamo ha potenzialità straordinarie ma fino ad ora non ancora colte e impiegate come dovrebbe, da qui molti gli spunti per intraprendere azioni più incisive.

Non solo vino a ‘Bergamo, vino en primeur’, la manifestazione è nata e resta profondamente radicata sul territorio: ad accompagnare la degustazione i grandi salumi di Podere Montizzolo, azienda con sede a Caravaggio e CasArrigoni con i formidabili formaggi della Valtaleggio. La bellezza del luogo e della sua natura, la piacevolezza del clima hanno fatto dell’evento un appuntamento da non perdere per le prossime edizioni.

Le foto della manifestazione sono state scattate da FOTO CORINI Grumello del Monte.

La tappa di BtoB CHIC a Villa Necchi alla Portalupa

Un parco spettacolare quello di Villa Necchi,   una tenuta che dalla fine del 1800 ha visto i reali di mezza Europa partecipare alle battute di caccia all’anatra organizzate in questo angolo di Lomellina. Qui si è fermata una delle tappe del circuito BtoB CHIC: aziende selezionate per qualità e varietà hanno dato  allo chef padrone di casa Antonio Danise e ai suoi i colleghi Chic l’occasione per creare ricette sur place.
Il riso prima di tutto, quello di Riserva San Massimo e di Riso Buono. I formaggi superlativi di Vaghi (vaccini, caprini eaffinati particolari), le farine per dolci e salati, il burro e la panna (quella prodotta da Tex Rench crea dipendenza), le verdure aromatiche di Bazzana Garden (da provare subito la senape), la birra  Amarcord con la linea AMA nata per accompagnare la nostra cucina. Aziende che si trovano a poca distanza e  facili da visitare; magari durante un fine settimana di relax  totale alla Villa. Passeggiate,  escursioni in barca e in canoa, le città di Pavia e Vigevano a pochi chilometri.
Gli chef di questo In the Kitchen Tour: Beppe Allegretta, Andrea Alfieri, Armando Beneduce, Federico Beretta, Giuseppe Cereda, Fabio Groppi, Michele Mauri, Rie Otsuka, Davide Quesada.
Le Aziende: Birra Amarcord, Riso Buono, Spirito Contadino, Borgo del Balsamico, Agugiaro&Figna, Koppert Cress, Valverde, Selecta, Agostinetto, Riserva San Massimo, Vaghi formaggi, Tex Rench, Vero Latte Vigevano, Ingon Be, Azienda Zipo, Soc. Agr. Bazzana Garden, Az, Agr. Altrocchi Fratelli. E ancora: Royale, Espresso, Moretti Forni, Trabo, Fsg Italia.

Ristorante Villa Necchi – Villa Necchi alla Portalupa – Fraz. Molino d’Isella – Via Cavalier Vittorio Necchi 2-4           27025 Gambolò (PV) Tel. (+39) 0381 092601
Aperto venerdì e sabato a cena, domenica a pranzo. Su prenotazione gli altri giorni

ONAV E ASSOENOLOGI: LAVORARE INSIEME IN ITALIA E NEL MONDO PER UN FUTURO FERTILE DELL’ENOLOGIA

La presentazione del volume edito da Assoenologi “Vinifera. L’Italia del vitigni” e l’incontro tra due presidenti del mondo del vino, durante una piacevole serata di degustazione a Milano, sono bastate per innescare la collaborazione tra le due associazioni presiedute da Vito Intini (ONAV Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) e Riccardo Cotarella (Assoenologi). Dopo 30 anni, finalmente le associazioni, con grande stima reciproca e cordialità, tornano a collaborare e a progettare futuri lavori su tre fronti: quello editoriale, la CoNVI – Confederazione Nazionale del Vino Italiana e un importantissimo progetto di formazione degli studenti italiani di enologia e viticultura a partenza immediata, i cui dettagli sono stati discussi dai presidenti a porte chiuse e che presto saranno divulgati.

Vito Intini, all’inizio della degustazione, ha parlato di “un grande cambiamento culturale che ha rivoluzionato il vino italiano: un’evoluzione caratterizzata dall’orgoglio dei produttori e dalla loro prontezza nel capire che il consumatore vuole sapere cosa è successo nella bottiglia e prima della bottiglia. Un percorso che può essere narrato e garantito solo dalla presenza dell’enologo in cantina, oggi fondamentale, ma un tempo vista con sospetto”.

“Passione, cultura ed emozione” sono le parole con cui Riccardo Cotarella ha definito non solo il suo rapporto con il vino, ma anche quello di tutte le categorie che ne vengono attratte, dai produttori agli enologi, dai comunicatori ai consumatori, “perché il vino è un mondo che coinvolge”. “Solo tutelando e valorizzando il territorio si difende il vitigno”, ha detto Cotarella presentando il volume edito da Assoenologi “Vinifera. L’Italia dei vitigni” che presenta e analizza trentadue vitigni simbolo del nostro territorio.

 

A Sandro Bottega il premio Riedel Wine Maker of the Year

Sandro Bottega è stato riconosciuto con il premio Riedel Wine Maker of the year. La cerimonia si è tenuta a Toronto nello storico e pluripremiato Ristorante Biagio.

A dare il riconoscimento  la Cambdrige Food & Wine Society (in occasione del proprio trentennale), su incarico di Riedel, colosso austriaco della produzione degli straordinari bicchieri in cristallo per la degustazione dei grandi vini del mondo. All’evento, condotto dalla  famiglia Riedel, dal console del gran ducato del Lussemburgo e da Leo Chan, President della suddetta associazione, erano presenti autorità canadesi e consoli europei. La motivazione del premio:  il riconoscimento per “aver incantato gli amanti del vino e dell’arte gastronomica fin dal 1977 in oltre 120 paesi di tutto il mondo, grazie alla propria capacità artistica, la qualità, l’energia, la capacità imprenditoriale e la genuinità dei prodotti.”

Sandro Bottega si è dichiarato “ onorato per questo straordinario premio che voglio dedicare ai miei genitori e a tutta l’azienda che in questi anni ha lavorato con creatività, passione e umiltà per produrre vini, grappe e liquori nel rispetto dei valori della ns azienda: rispetto dell’ambiente, della qualità, stile e design.”

In passato questo premio è stato riconosciuto solo ai grandi del mondo del vino come Robert Mondavi, U.S.A. (2005), Karl Kaiser and Donald Ziraldo, Canada (2006), Lamberto Marchesi de Frescobaldi, Italy (2007), Léon Beyer, France (2008), João Nicolau de Almedia, Portugal (2009), Miguel Torres, Spain (2014), e altri ancora per una lista lunga 30 anni.

Bottega, lo ricordiamo,   è un’azienda fondata nel 1977 da Aldo Bottega e dalla moglie Rosina Zambon;  alla morte di Aldo, il primogenito Sandro, coadiuvato successivamente dai fratelli Barbara e Stefano, prende le redini della cantina. Da una realtà artigianale è diventata negli anni una delle prime 20 cantine e distillerie private, il terzo brand del mondo spumanti nel travel retail (dopo Moet e Veuve Cliquot), ha ottenuto oltre 280 premi internazionali di qualità e da lavoro a circa 150 persone, per un fatturato di quasi 60 mil di €. Oltre all’attività di produzione vitivinicola ha anche sfruttato le proprie conoscenze e risorse con la stampa di libri di cucina e numerosi attività didattiche e di beneficienza. Recentemente ha ottenuto il riconoscimento di doppia A (AA) nella certificazione ISO 9001 (livello di eccellenza).