E’ arrivata la nuova Osterie d’Italia

La Guida

L’edizione 2023 delle Osterie di Italia SlowFood racchiude le recensioni dei 1730 locali visitati, di cui ben 270 hanno la chiocciola, simbolo del bere bene. Presentata localmente ieri in SAPS, il Laboratorio di Cucina di Pentole Agnelli a Bergamo, con la partecipazione congiunta delle tre condotte bergamasche: Valli Orobiche, Bergamo e Bassa Bergamasca. A rappresentare nel corso della cena conviviale le tre anime della provincia, sei portate preparate dai cuochi di altrettanti locali: Ai Burattini di Adrara San Martino, Taverna di Arlecchino a Oneta di San Giovanni Bianco, Polisena l’Altro Agriturismo a Pontida, Trattoria Visconti ad Ambivere, Ristorobie a Cusio Piani dell’Avaro e Gigianca a Bergamo. Si inizia con la Taverna di Arlecchino e l’appetitosa ed equilibrata trota di fiume in agrodolce, delicata e saporita.

Il flan di verdure con fonduta di stracchino e tartufo nero preparato da I Burattini, da amante dei formaggi, l’avrei apprezzato ancora più carico; a seguire Polisena con una minestra fredda di rape principalmente rosse dalla delineante nota acida. Trattoria Visconti e i suoi gnocchi di patate con Strachitunt, nocciola del Piemonte e miele di castagno, dove quest’ultimo caratterizzava molto il piatto. Ristorobie ha preparato una memorabile guancia di maialino al timo serpillo (una qualità di timo che preferisce i terreni aridi e sassosi, la montagna quindi), accompagnata dalla famosa scarola dei colli di Bergamo. Infine il dessert di Giagianca: una torta della tradizione bergamasca: la smaiassa, con farina di mais, uvetta, noci e fichi secchi e, ultimo ma non ultimo, un gelato fiordilatte di capra. I ragazzi dell’Alberghiero di San Pellegrino hanno seguito la sala con abilità e compostezza, sotto l’occhio vigile del docente responsabile. Un servizio di Sala completa quello di cucina; già venticinque anni fa ne scrivevo e ne parlavo, intervistando dirigenti, presidi e responsabili degli istituti alberghieri. Fortunatamente ora molto si sta muovendo in questa direzione: cucina e sala devono essere complementari. Chi ci accoglie, ci racconta del locale e poi ci serve a tavola non è null’altro che il biglietto da visita del luogo dove decidiamo di fermarci a mangiare; non una figura di secondo piano ma un coprotagonista.

la Trota in agrodolce
Flan di verdure
Gli gnocchi
la minestra di rape
Il guancialino
La Smaiassa

La notte del vino rosa con Slowfood Valli Orobiche

Chiamiamoli dunque rosa: la precisazione arriva puntuale nell’introduzione  de ‘I migliori 100 vini rosa d’Italia’ Slow Food, nuova edizione. Che siano Vini di una notte o Vini di un giorno, Vin gris o Saignée , rosa corallo o intenso, tenue, chiaretto o cerasuolo:  rosa sarà l’aggettivo per definirli.

Con questa premessa e con la regia del fiduciario Silvio Magni, a Bergamo abbiamo salutato l’uscita della guida al N.O.I., ristorante raccolto e curato, dove Tommaso Spagnolo in cucina e Alessandro Biffi in sala hanno preparato e servito sei portate in accordo ai vini scelti per la serata:

Masciarelli,  Cerasuolo d’Abruzzo Gianni Masciarelli 2019 – Abruzzo  Praesidium, Cerasuolo d’Abruzzo Superiore 2019 –  Abruzzo
Marangona, Riviera del Garda Cl. Chiaretto 2019 –  Lombardia
Cupertinum-Cooperativa di Copertino, Spinello dei Falconi 2019 – Puglia
Severino Garofano Vigneti e Cantine, Girofle 2019 – Puglia
Corte Sant’Alda – Marinella Camerani, Agathe Rosato 2019 – Veneto

Tavoli preparati nello spazio esterno, serata caldissima che improvvisamente, e con piacere, ci regala cinque minuti di pioggia.

 

 

Sei portate fresche, interessanti, equilibrate e appaganti:  ingredienti presenti nella  cucina bergamasca, ma accostati a  verdure e sapori del sud.

 

Si comincia con piccoli amuse-bouche per proseguire con i  quattro pomodori rossi e una coulis di pomodori verdi;   la  melanzana con alici e scamorza.

 

E intanto arriviamo al terzo rosa con un risotto perfetto:   lo scorzone della Valle Imagna, le nocciole e le erbe aromatiche che qui sono davvero a portata di mano…

 

 

 

 

 

Si sale di struttura  con i vini pugliesi che ben sorreggono  le lumache dal gusto estivo di mentuccia e pecorino (ottime);  

 

 

a seguire il coniglio, che è un concentrato di elementi che amo, i fegatelli, la cipolla, lo zenzero e il peperone crusco:  davvero ghiotto.

 

 

 

 

 

Una Reine Claude con strachitunt e noci pecan chiude questa festa in rosa, conviviale e ricca di sfumature, profumi e sentori invitanti all’estate.

 

 

 

 

www.slowfoodvalliorobiche.it   

N.O.I. Restaurant

Elena Miano

 

SLOW FOOD VALLI OROBICHE: CENA DELL’ALLEANZA, CENA DELLA RIPARTENZA.

È sempre un piacere accogliere l’invito di Silvio Magni, instancabile fiduciario della condotta Slow Food Valli Orobiche: organizzata insieme alle altre due condotte bergamasche, la Festa del Solstizio con la Cena dei Cuochi dell’Alleanza segna la ripartenza per i tanti professionisti della ristorazione, in un momento che sappiamo essere difficile per tutti.  Al Ristorante Da Mimmo ai Colli, all’interno del Golf Parco dei Colli a Bergamo, ha prevalso dunque la voglia di socialità, di celebrare insieme, con tutta la sicurezza possibile, il piacere dell’accomodarsi a una bella tavola e, insieme agli amici ritrovati, godere del buon mangiare e del buon bere. Accoglienza perfetta da parte di Massimo Amaddeo, che gestisce il bel luogo con grande professionalità.

Sequenza di presidi per il benvenuto, aiutati nell’apprezzarli dal Mainardo III Extra Brut Metodo Classico Terre del Colleoni DOC, 100% Chardonnay, cuvée 2013/2014. Un vino che nasce sulle colline di Pontida, nell’Azienda Tosca. Un progetto di viticoltura, di ristorazione e di accoglienza basati
interamente sull’agricoltura biologica e sulla sostenibilità.

 

 

Dall’antipasto entrano in scena i cuochi: il primo è Roberto Visconti, dell’omonima Trattoria di Ambivere. Il Presidio scelto sul quale lavorare è il Missoltino del Lago di Como: un pesce, l’agone, che dopo essere stato squamato, eviscerato e posto sotto sale per un paio di giorni, viene lavato e lasciato seccare al sole fino a che la ricchissima carne arriva ad avere una colorazione rossastra.

 

 

Chi scrive, nata sul lago e di una certa età, ricorda ancora quando in casa si apriva la tolla; il contenitore metallico (più o meno cinque chili con un diametro di circa 25cm) dove i pesci, ordinatamente sistemati con foglie di alloro e con le code non piegate, venivamo pressati per far affiorare il grasso di conservazione. Una volta chiusi nelle tolle i Missultit potevano durare mesi, prima di essere consumati grigliati e accompagnati dalla polenta.                                                                                                                                       Con Roberto il Missoltino è diventato una delicata salsa per il magatello di vitello, raffinata interpretazione di una storica pietanza da pescatori, che ben si accosta alla carne.

Restiamo sempre nei Presidi lombardi ma cambiamo lago: il risotto proposto da Federico Giuliani e Paolo Frisoli, entrambi impegnati nel locale ospitante, prevede una mantecatura con la sarda essiccata del lago d’Iseo.  Parliamo sempre di agoni, sempre di salatura e di essicazione al sole. Qui però, storicamente, entra in scena per la conservazione anche l’olio d’oliva. Dashi e porri ad aumentare la cremosità del piatto. Il Flysh Bianco Incrocio Manzoni 2018 lo sostiene bene: ho sempre avuto un debole per questo vino di Tosca e l’annata proposta lo ha reso ancor più ricco in profumi e aromi.

A Paolo del Ristorante Frosio spetta il secondo: una guancia di Fassone Piemontese della Granda con piselli freschi. Il Flysh Rosso Merlot in purezza 2018 è un abbinamento vivace e fragrante.

 

 

 

Si chiude  con un dessert preparato da Cristina, la cuoca dell’Agriturismo I Sassi della Luna: una caramella con l’Agrì di Valtorta e le confetture di ciliege e fichi.

 

 

 

 

Insolito e fresco il loro Rossopassione, passito da uve di Moscato di Scanzo.

 

 

 

 

 

 

 

Slow Food Valli Orobiche

Ristorante Da Mimmo ai Colli

Vini Tosca

I Sassi della Luna

Frosio

Trattoria Visconti